“Papà ma ci siamo persi?”…
… questo chiedevo affacciandomi al mio finestrino e sporgendomi verso il lato guida che occupava il mio creatore maschile. “Figliolo tranquillo, tanto tutte le strade portano a Roma!”. Non c’era niente da capire, adesso me ne rendo conto, e per fortuna non compio più quei tragitti ipotetici ed improbabili con la mente come facevo al tempo, poiché da piccoli si ha bisogno di spiegazioni su tutti i fronti. Inutile quindi ribadire la mia inconciliabilità con quell’affermazione, con quel modo di dire, con quel luogo comune che comunque si è insinuato dentro alla mia cisterna fatta di ricordi e di memorie. Luca Di Battista ha come tutti dei percorsi e le sue strade lo portano da qualche anno a Roma, città che lo ha adottato nella sua vasta casa storica aperta al mondo. Lui se ne è invaghito, innamorato, come tutti quelli che ci mettono piedi ma soprattutto occhi e cuore. Ne parla con ritmo, con vigore, inebetito da quella grandiosità che l’ha resa nota e che l’ha innalzata, facendola ancora campare di rendita a distanza di secoli. La mia strada per un lavoro da lui richiesto e commissionato, non poteva che portarmi nella sua nuova dimora capitolina. Staccando pagine da un vecchio atlante geografico in disuso dalle medie, il gioco è fatto. E le frecce indicano sempre la stessa direzione: Roma. Dove Luca vive, lavora e respira a pieni polmoni.