Cosa si regala per un compleanno quando si diventa grandi? …
… di magliette gli armadi sono pieni. Le mutande sono qualcosa di intimo e privato, in tutti i sensi. C’è la cultura, che si inerpica su di una interpretazione talmente vasta che ti ci perdi dentro. Libri, vinili, musica, arte, un biglietto per una mostra oppure un volo a costi convenienti in questa era di viaggi veloci più dell’aereo stesso, dove si rientra a casa più stanchi e sconvolti della partenza. Tra amici è bello regalarsi idee, opinioni, punti di vista, scambi da approfondire in separata sede, di quelli che quando li hai capiti appieno, ti precipiti a cercare il cellulare per ringraziare con un messaggio o con una faccina. Giacomo il Bianciardi non lo conosceva mica. Lui è di Livorno, e li i poeti maledetti non son mai mancati storicamente. Ma Luciano a Grosseto sarebbe stato atipico anche nella nostra di era, figuriamoci negli anni quaranta/cinquanta. Quindi parlando ed inoltrandosi, mi è parso giusto imprimere tra la cornice dorata questa figura che lo aveva comunque stupito senza sapere se si trattasse di un docente, di un muratore o del grande scrittore che è stato ( e non solo ). Miscela, perché il nostro prendeva fuoco facilmente, e perché ha spesso bruciato le tappe, nel bene e nel male. Frutti esotici perché quello è stato secondo il mio modesto ed inutile parere ai fini della sua storia. Nuovo, mai visto, di forma differente che ti attirava ma faceva paura al tempo stesso. Qualcuno l’ha mangiato, capito, digerito. Ad altri ha nauseato, costringendoli a dolori di pancia e notti insonni. Ma soprattutto alla fine, proprio come un frutto, c’è sempre qualcuno che ti ingoia. Luciano forse, si è lasciato solo cadere dall’albero, oppure si è dato fuoco da solo.
40 ( largo) x 50 ( alto ) anno 2015. Courtesy Giacomo Iasilli