I profeti non si trovano in patria…
… allora ditemi dove, perché questo concetto non sempre riesco a sposarlo. Francesco Minucci è il contrario, l’opposto della sopra citata teoria. Fotografo grossetano di nascita, dall’attitudine internazionale e zero provinciale. Visionario oppure onirico direbbero i curatori tanto in voga oggi giorno, spavaldo, concettuale mi permetto di definirlo invece. Come dissi una volta alle sue orecchie, egli non coglie l’attimo, lo crea. Da sempre e da tempi non sospetti è conosciuto con l’abbreviazione molto toscana di Checco. Il suo barocchismo risiede a mio avviso nella sua cura spasmodica, a tratti compulsiva verso il dettaglio. La sua metrica barocca si percepisce all’interno dei suoi scatti e dei suoi progetti, in cui spiccano eccentricità, estremismo, un disordine ordinato, fatto di un minimalismo e di una linearità che si legge tra le righe, sottile e fine come una carta da parati francese con ghirigori provenzali. Questo mio lavoro è un dono alla sua persona, alla sua arte e alle influenze che ho ricevuto da Checco, sempre così accorto nel dispensare utili consigli e parole che escono fuori senza risparmio, proprio come un fiume in piena. Consiglio vivamente un tuffo nel suo sito: www.francescominucci.com. Grazie Checco.
5o x 40 ( mio primo lavoro Ovale ) anno 2015. Courtesy Francesco Minucci