Il titolo a mio avviso non poteva essere che questo …
l’attualità di Rino Gaetano è evidente e ovvia, palesemente vivida. Il suo spessore è talmente concreto e tangibile, da indurlo nei testi, a immaginare ciò che in futuro si sarebbe avverato ( vedi la globalizzazione ). La sua poetica è stata lì, in omaggio, gratuita, popolare: dalla radio, alla tele, ai rotocalchi. Una ciambella di salvataggio la sua discografia, tesoro prezioso da cui attingere: un marinaio di terra ferma in sintesi, con una corda che come quella attorno al comune cerchio arancio, usato dai bagnini, gli si è ritorta contro, stringendolo nella morsa del business da cui tanto era impaurito. Si travestiva da pagliaccio a dimostrazione che vivevamo ( e tuttora viviamo ) in un circo. Cercava di portare tutti nella realtà che nessuno voleva vedere. Nell’era della cementificazione, dei frak, delle campagne elettorali, del finto perbenismo e dell’ostentazione del benessere, la sua lungimiranza, il suo essere precursore e poeta veggente, lo ha asfissiato, ingabbiato, solo successivamente santificato. Un martire sorridente, usando una similitudine che non copre tutti i suoi meriti certamente, che non ce lo restituisce indietro. Concludo virando altrove, tornando sul presente: devo molto a mia sorella in verità, lo spunto sul cantautore calabrese, è tutto suo. La sua grande amica Valentina, mi aveva commissionato un lavoro per casa sua, per personalizzare la propria dimora, la stessa che condivide con i suoi due uomini di vita. Non sapevo da dove partire, avrei dovuto rimettere piedi e naso in quella tana fatta di mattoni a vista, scavata in un vecchio borgo della Maremma. La curiosità è donna, quanto è vero che lo sia anche lo spunto, l’idea, il legame coeso e indissolubile che le solidifica tra di loro quando v’è presenza di amore onesto. Certe cose non passano, sono leggi tacite, attitudini che non si perdono con l’avanzare del tempo, scene che si ripeteranno in futuro. Proprio come le canzoni di Rino Gaetano, quando le canteranno i nostri nipoti, sapendole a memoria, abbassando un finestrino d’auto mentre l’estate avanza, mentre il sole del mare li chiamerà a spogliarsi in spiaggia.
40 x 40 … anno 2015. Courtesy Valentina Cicaloni