La premessa è che sono un nostalgico…
… e lo so che le cose non si paragonano perché tanto è inutile, ma nel calcio quegli antichi ricordi mi inducono spesso all’assolutismo che detesto sempre più crescendo. Le maglie di lana, vecchie glorie oramai divenute icone, altri colori sugli schermi delle televisioni e quindi anche sugli album delle figurine. Sicuramente una purezza persa per strada o comunque oramai fuori controllo. Più bandiere in quanto uomini, e uno sport così radicato nel nostro essere, che è divenuto sin troppo immagine e business. Tutti rimaniamo quindi colpiti da ciò che è stato, e forse così sarà anche per i bambini che come me, diverranno trentenni e asseriranno “Meglio il calcio di una volta”. E sarà quello attuale. Il “mio” Napoli vinceva assolutamente di più: c’era un certo Diego Armando Maradona, quindi facile, e gioco forza, mi invoglia a ritornare su quell’emisfero antico che mi ha segnato per la vita. “Usato garantito” è un tributo a quei bomber o a quei giocatori che invecchiando perdevano il pelo, ma non il vizio. Erano quindi “sempre loro”, una garanzia, come certe auto indistruttibili che ancora circolano per fortuna. Unica eccezione espressa sui centimetri del mio campo artistico quell’ Eugenio Fascetti, altro capostipite di un “football italiano” che ci emoziona a distanza di decenni e decenni.